Studio di Psicologia Analitica

Dott. Pietro Aliprandi

studio medico di psicoterapia a Padova

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La vita esige d'esser sempre riconquistata da capo.

C.G. Jung

"L’uomo ha bisogno delle difficoltà", scriveva Carl Gustav Jung nel 1957, "esse fanno parte della sua salute. Soltanto il loro eccesso le fa sembrare superflue". Oggi questa frase potrebbe far storcere il naso a molti, interpretandola come un'incoraggiamento alla resa, a rassegnarsi di fronte ai problemi della vita. Nulla di più sbagliato.

Questo aforisma, in verità, lo si ritrova nelle forme più svariate un po' ovunque nel tempo e nello spazio (dalla filosofia di Kant all'etica dei Samurai giapponesi, solo per citare un paio di esempi). Io stesso, ben prima di iscrivermi a medicina e di interessarmi alla psicoanalisi, già avevo in testa una versione, seppure acerba, di tale idea.

Chi di noi non ha mai sognato un mondo ideale, privo di difficoltà? Non esisterebbero gli avvocati, tanto per cominciare. Io stesso, che sono un medico, sarei senza lavoro. Probabilmente potremmo fare a meno delle leggi, per non parlare della tecnologia. Se non ci fosse mai stato il problema del cibo, non avremmo inventato nemmeno l'agricoltura.

La verità è che ogni conquista dell'uomo non è altro che il tentativo, più o meno efficace, di risolvere un problema. A questo punto sorge spontanea la domanda: "da dove vengono i problemi?"  Senza dilungarmi in tediose spiegazioni, posso azzardare a rispondere che è proprio l'uomo la causa delle sue difficoltà – ma l'uomo è anche straordinariamente bravo nel trovare una soluzione a ciascuna di esse.

Cosa c'entra tutto questo con la psicologia? La risposta è abbastanza semplice: abbiamo detto che l'uomo è particolarmente efficace nel risolvere i problemi che lui stesso si crea. Se ci serve qualcosa lo andiamo a comprare, se abbiamo una contesa col vicino ci rivolgiamo all'avvocato, per andare da qualche parte usiamo un mezzo di trasporto, e se siamo ammalati andiamo dal medico. Eppure, oggi più che mai, siamo abituati a sottovalutare i problemi psichici. Questa fa spesso prendere le distanze: "uno che ha problemi" è spesso identificato con il "pazzo"; ma la tristezza, la scarsa motivazione, la gelosia non sono forse anch'essi problemi? E visto che riguardano la sfera delle emozioni, dei pensieri, e quindi della "psiche", non sono forse a loro volta "psichici"?

Un individuo può essere letteralmente paralizzato da uno stato emotivo intenso. C'è chi non riesce ad andare a scuola o al lavoro perché si sente triste, e spesso è costretto a inventarsi una scusa, una malattia di qualche tipo, pur di non rivelare la verità. L'uomo moderno si vergogna delle proprie emozioni, dei propri affetti. Siamo convinti di avere il controllo su noi stessi, fino al giorno in cui questo controllo lo perdiamo.

Già dal primo anno di università ho avuto un particolare interesse per questo aspetto della società, quel lato in ombra dove seppelliamo tutte le nostre paure e i nostri malesseri. Lavorando come medico, mi sono reso conto di quanto la sofferenza emotiva possa devastare una persona, alle volte anche più della malattia in sé. Perché ci sono malati di cancro che vanno al lavoro e fanno sport, e adolescenti depressi che non riescono nemmeno ad uscire dalla loro stanza?

Il disagio emotivo ha pari dignità di qualsiasi altro problema cui l'uomo può andare incontro, e come ogni problema è possibile lavorare ad una soluzione. Il primo passo, per la maggior parte di noi, è confessare a noi stessi che il problema c'è, esiste: già questa consapevolezza può donare un certo sollievo nella persona, e già in questa fase la psicologia può venire in aiuto.

Le emozioni parlano un linguaggio bizzarro, ambiguo. Da più di dieci anni ho indirizzato la mia formazione e il mio lavoro alla comprensione di questo linguaggio nascosto. Se avete la necessità, o anche solo la curiosità di approfondire questi aspetti della vostra vita, non esitate a contattarmi.

La prima seduta di consultazione è gratuita.

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in copertina: Antonio CanovaAmore e Psiche [1787-1793]