È un tipo di cura dei disturbi psichici basato sulla parola, sul dialogo, sulla relazione che si instaura tra paziente e medico (qui in dettaglio).
La psichiatria è una specializzazione medica che, pur nelle varie declinazioni, fonda la sua pratica sui meccanismi chimici del cervello (i "neurotrasmettitori"), e in virtù di ciò prevede spesso anche un trattamento farmacologico dei disturbi mentali. La psichiatria può essere erogata dal Servizio Sanitario Nazionale (Centri di Salute Mentale, Clinica Psichiatrica e Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura), come pure da medici in libera professione.
La psicoterapia è invece una specializzazione cui possono ambire sia medici che psicologi, e non prevede in prima linea l'approccio farmacologico. Non è raro, comunque, che un medico psichiatra eserciti anche come psicoterapeuta.
La risposta varia a seconda delle scuole di pensiero. In linea di massima, comunque, si può considerare la psicoanalisi come un tipo particolare di psicoterapia, che ha tra i suoi presupposti teorici i meccanismi dell'inconscio.
No. Ci sono ovvie differenze nella formazione di base, ma l'abilità di uno psicoterapeuta non dipende unicamente dalla sua formazione. L'esperienza clinica e la disposizione personale hanno un peso importante nella qualità del lavoro terapeutico.
Ogni individuo è unico e diverso, e questo vale anche per i terapeuti. Il medico o lo psicologo devono garantire al paziente delle sedute dette di "consultazione": nel corso di queste prime sedute (generalmente 2-3 incontri) il terapeuta e il paziente provano a inquadrare il problema e capiscono se possono lavorare bene assieme. Se il terapeuta noterà un'incompatibilità durante le consultazioni, sarà lui stesso a indirizzare il paziente verso un collega più adatto.
La psicoterapia in sé non prevede la somministrazione di alcun tipo di farmaco. Tuttavia, se il paziente o il terapeuta ne ravvisano la necessità, di comune accordo si può decidere di coinvolgere un collega psichiatra che si occupi dell'aspetto farmacologico della terapia. Se il paziente non ha già uno psichiatra di riferimento, lo psicoterapeuta potrà indirizzarlo ad un collega di fiducia.
Sì, e spesso accade che sia lo stesso psichiatra a suggerire di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale. Se però questo desiderio viene dal paziente, è opportuno innanzitutto parlarne con il medico che già lo sta seguendo.
La durata è generalmente di 45 minuti, una volta a settimana. In casi selezionati è possibile concordare più sedute a settimana di minor durata, oppure (più raro) sedute più lunghe con una minore frequenza.
L'analisi "classica" è un processo lungo, ed è estremamente variabile in base alle problematiche che vengono trattate. Generalmente si parla di almeno 1-2 anni, ma ci sono stati casi di analisi brevi (6 mesi) oppure molto lunghe (fino a 10 anni o più). Ad ogni modo, è quasi impossibile prevedere in anticipo la durata di un'analisi.
L'onorario preciso viene concordato con il paziente in base alla tipologia, alla durata e alla frequenza delle sedute. Generalmente il costo può andare dai 50€ ai 120€ a seduta. Poiché il primo colloquio è rivolto a inquadrare le problematiche del paziente ed una eventuale presa in carico, questo non viene in nessun caso addebitato (in altre parole, la prima seduta è gratuita).
Trattandosi di prestazioni sanitarie, le sedute sono detraibili. Maggiori informazioni qui.
Terapie non-individuali vengono valutate caso per caso.
Sì, nella maggior parte dei casi è possibile svolgere sedute in videoconferenza. Maggiori informazioni qui.
No. Anche disturbi della sfera emotiva di bassa gravità possono giovare della psicoterapia. Inoltre, molte persone decidono di intraprendere un percorso di analisi semplicemente per "conoscersi meglio" e "migliorare sé stessi".
No. Idealmente, già un neonato può essere valutato in un contesto analitico. In casi particolarmente complessi, tuttavia, il terapeuta può indirizzare il paziente ad un collega specificamente formato in età evolutiva. Inoltre, anche nella terza età si può trovare giovamento dal confronto con un terapeuta.
Le sedute di psicoterapia ad indirizzo analitico sono individuali. Se tuttavia il paziente o il terapeuta ne ravvisano la necessità, è possibile concordare alcune sedute condivise.
Il terapeuta è tenuto al segreto professionale. È possibile che durante le sedute il medico prenda alcuni appunti che rimangono strettamente confidenziali e anonimi. Il materiale condiviso in seduta non viene mai divulgato né archiviato in forma elettronica. C'è la possibilità che alcuni contenuti (sintomi, frammenti di sogno ecc.) vengano utilizzati per finalità formative e di ricerca (ad es. convegni, attività didattiche, letteratura scientifica). Ciò avviene previa esplicita richiesta del terapeuta, e autorizzata dal paziente. In ogni caso, i materiali eventualmente utilizzati vengono intenzionalmente modificati e distorti per garantire l'anonimato del paziente.