Siamo di fronte ad un evento senza precedenti nella nostra memoria. Ciò che inizialmente appariva come un falso allarme, un fenomeno limitato alla sola nazione cinese, è ora una pandemia che ha messo in ginocchio l'economia e la sanità di buona parte del pianeta. Io stesso, in qualità di medico della Regione Veneto, mi trovo ogni giorno a confrontarmi con la grave situazione che stiamo tutti vivendo.
Come insegnava René Girard, ogni qualvolta una società viene scossa da un evento incontrollabile, essa rischia di cadere in una profonda crisi strutturale. Sono trascorsi esattamente 100 anni dall'ultima grande pandemia, l'influenza spagnola, e nessuno oggi era pronto per una nuova, simile evenienza. In questa pagina ho deciso di riassumere e sintetizzare la mastodontica mole di informazioni - fin troppo confuse e contraddittorie - da cui siamo quotidianamente investiti. Per ogni voce ho inserito uno o più riferimenti istituzionali. Qualora chi mi legge dovesse imbattersi in informazioni errate, mancanti o incomplete, è pregato di contattarmi all'indirizzo mail@pietroaliprandi.it.
Dott. Pietro Aliprandi
Il SARS-CoV-2 (acronimo dell'inglese Severe Acute Respiratory Syndrome CoronaVirus 2; coronavirus 2 della SARS) è un virus a RNA appartenente alla famiglia delle Coronaviridae. L'infezione nell'uomo causa una sindrome denominata COVID-19 (COronaVIrus Disease-2019; malattia da coronavirus).
Un virus (dal latino "veleno") è un microrganismo parassita che infetta le cellule di un altro individuo al fine di riprodursi. Nel corso della propria vita, un essere umano viene a contatto con innumerevoli virus di vario genere, alcuni quasi completamente innocui come il Cytomegalovirus, altri più famosi come l'herpes, la varicella e l'influenza stagionale, fino ai virus dell'epatite e l'HIV.
WikipediaOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS)C'è unanimità nel considerare un iniziale serbatoio animale del virus nel pipistrello Rhinolophus affinis; tramite questo intermediario biologico il virus si sarebbe diffuso tra i frequentatori del mercato alimentare di Wuhan, Cina.
NatureLa malattia da coronavirus 2019 è una sindrome complessa causata dall'infezione del virus nei bronchi e nei polmoni. L'infezione è in molti casi asintomatica, ma ugualmente contagiosa. Quando si manifesta in modo franco, la malattia inizia con sintomi respiratori lievi (tosse secca, mal di testa, diarrea, febbricola e malessere generale); dopo 2-7 giorni, se non trattata, l'infezione passa al secondo stadio, una polmonite virale di entità moderata. Infine, la polmonite può ulteriormente peggiorare in uno stato infiammatorio che interessa l'intero organismo; in quest'ultimo stadio l'infezione da virus non è più rilevante, poiché il danno è causato principalmente da una sproporzionata risposta del sistema immunitario. Spesso è necessario il ricovero in terapia intensiva.
Centers for Disease Control and Prevention (CDC)European Centre for Disease Prevention and ControlSulla base delle evidenze disponibili, il virus della COVID-19 viene trasmesso tra le persone attraverso il contatto ravvicinato ed i droplets (tosse e starnuti); non per via aerea. Le persone maggiormente a rischio di infezione sono quelle che sono in stretto contatto con un paziente affetto COVID-19. Statisticamente, un paziente infetto può contagiare da 2 a 4 nuovi soggetti, anche se asintomatico.
Il 97,5% dei casi manifesta la malattia entro 11-12 giorni dal contagio. A differenza della maggior parte dei virus respiratori, nel caso del SARS-CoV-2 il soggetto può essere contagioso già durante l'incubazione.
Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)Centers for Disease Control and Prevention (CDC)KurtzgesagtA livello globale contiamo milioni di contagiati e centinaia di migliaia di morti. In Italia l'Istat ha registrato un aumento complessivo della mortalità del 38,7% nel primo trimestre 2020, se confrontato a quello dei 5 anni precedenti. Ciò significa 25.354 morti in più.
Sarebbe facile pensare che il virus da solo abbia ucciso 25.354 persone, ma la situazione è molto più complessa e terribile: è stimato infatti che una consistente porzione di questi decessi sia stata causata dalla crisi del sistema ospedaliero. Tutto il personale sanitario era occupato a contrastare la pandemia, e i malati di COVID-19 occupavano il letto in terapia intensiva per circa 5 settimane (un tempo insolitamente lungo); ne consegue che, come si temeva ai primi di marzo, non è stato possibile curare tutti, molti pazienti cronici hanno saltato i controlli, e quelli critici non avevano accesso ad un posto in rianimazione.
La situazione è lungi dall'essere risolta, ed è bene non abbassare la guardia, per non ritrovarci nella stessa situazione in futuro.
IstatFondazione VeronesiMinistero della SaluteDipartimento della Protezione CivileOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS)Ilaria Capua (Università della Florida)Non c'è, al momento un farmaco specifico per combattere il virus. Sono tuttavia promettenti alcuni protocolli off-label con idrossiclorochina e azitromicina per la fase "lieve" (stadio I), e l'antivirale remdesivir per la polmonite virale (stadio II).
Sono in corso di sperimentazione numerosi possibili vaccini.
AIFAPublic Health EnglandWikipediaI sintomi più comuni di sono febbre, stanchezza e tosse secca. In presenza di questi sintomi e di un contatto stretto con un caso confermato, è bene rivolgersi telefonicamente al proprio medico curante. Le disposizioni ministeriali incoraggiano a NON recarsi di propria iniziativa dal medico, né al pronto soccorso. Maggiori informazioni sulla definizione di "contatto stretto" sono disponibili qui.
Ministero della SaluteRispettare le disposizioni ministeriali e le relative applicazioni locali. Ogni amministrazione comunale pubblica sul proprio sito web utili informazioni pratiche su come osservare le disposizioni del decreto.
Inoltre, è bene:
lavarsi spesso le mani;
evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di sintomi respiratori;
evitare abbracci e strette di mano;
mantenimento, nei contatti sociali, di una distanza interpersonale di almeno un metro;
praticare l'igiene respiratoria tossendo o starnutendo nella piega del gomito o in un fazzoletto monouso e quindi smaltendo immediatamente il fazzoletto;
non scambiarsi bottiglie e bicchieri;
non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani prima di averle accuratamente lavate.
È bene osservare che queste norme dovrebbero essere attuate sempre, e non solo in situazioni di epidemia. Se tali misure fossero d'uso comune nella quotidianità di ognuno, probabilmente la diffusione del coronavirus in Italia non sarebbe stata così rapida e dilagante.
Ministero della SaluteI Dispositivi di Protezione Individuali sono una serie di presidi che comprendono guanti, maschere chirurgiche, occhiali protettivi o visori e camici monouso, nonché respiratori filtranti (es. secondo standard N95 o FFP2 o equivalente) e grembiuli impermeabili. L'uso dei DPI non deve sostituire le norme igieniche di base, che peraltro dovrebbero essere sempre attuate nella nostra quotidianità (vedi sopra).
WikipediaOrganizzazione Mondiale della Sanità (OMS)L'uso della mascherina è obbligatorio in qualsiasi contatto con altre persone all'infuori dei conviventi. Le disposizione ministeriali e regionali forniscono maggiori dettagli sulle norma da intraprendere per contenere il contagio.
Detto questo, trovo doverose alcune precisazioni:
per DPI si intendono mascherine chirurgiche o respiratori, e guanti in gomma (quelli che si usano per le pulizie vanno bene);
mascherine e respiratori non dovrebbero essere usati per più di 4-8 ore, a seconda del modello;
prima e dopo aver indossato i DPI è obbligatorio lavarsi le mani. L'uso di mascherina e guanti non ci rende invulnerabili: i DPI sono una protezione aggiuntiva alle già menzionate misure di igiene (vedi Come mi proteggo dal coronavirus?);
la mascherina deve essere ben aderente al viso e coprire naso e bocca - altrimenti tanto vale non metterla;
le mascherine FFP1 (quelle normalmente reperibili in ferramenta, usate ad esempio nell'edilizia) non garantiscono un livello di protezione soddisfacente (e spesso la loro struttura rigida impedisce una buona aderenza al viso).
In molti si pongono il lecito dilemma circa la necessità ed efficacia dei DPI. Uno studio un po' datato ma affidabile cercò di fare un po' di chiarezza circa l'efficacia dei diversi DPI per prevenire il contagio da infezioni respiratorie virali (come il SARS-CoV-2). Di seguito una sintesi:
Mascherine chirurgiche: non è mai stato definito un reale standard di fabbricazione, sebbene vengano usate quasi ovunque a partire dagli anni '20 del XX secolo, in occasione dell'influenza spagnola. Ad ogni modo, la mascherina chirurgica non protegge chi la indossa, bensì chi gli sta attorno. Ad esempio, il chirurgo indossa la mascherina in sala operatoria per non infettare il paziente che sta operando, impedendo che i microbi naturalmente presenti nella sua bocca e nel suo naso contaminino il paziente tramite tosse, starnuti o la semplice espirazione. Dunque, la mascherina previene il contagio "in uscita";
Respiratori: sono realizzati secondo gli standard europei FFP2 e FFP3, corrispondenti allo standard americano N95 e N99 (95 e 99 indicano la percentuale di particelle rispettivamente filtrate). I respiratori proteggono colui che li indossa, a patto che siano ben aderenti al viso (in essenza peraltro di barba o baffi); inoltre, l'efficacia è diminuita se chi porta il respiratore non protegge anche gli occhi (con una visiera o degli occhiali appositi). Sono da evitare i respiratori con valvola, che non filtra in alcun modo l'aria in uscita, potenzialmente contagiosa.
Dunque, riassumendo:
se indosso la mascherina chirurgica rischio ugualmente di infettarmi, ma se sono infetto proteggo gli altri;
se indosso un respiratore senza valvola proteggo me stesso e gli altri;
se indosso un respiratore, ma non gli occhiali, la protezione è fortemente ridotta;
è sconsigliato indossare un respiratore con valvola;
indossare una mascherina chirurgica al contrario (capovolta) non mi protegge.
Dunque, quale dobbiamo indossare? Ancora una volta, vista la scarsità e il costo dei respiratori, questi ultimi dovrebbero essere destinati in maniera prioritaria a operatori sanitari e forze dell'ordine. Per quanto riguarda il resto della popolazione: è vero che la mascherina chirurgica protegge solamente in uscita, ma se tutti indossassero la mascherina ci proteggeremmo tutti a vicenda.
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