Su internet circolano centinaia di post su questa controversa “festa”, e la maggior parte sfiorano il ridicolo. Vediamo di fare chiarezza in merito.
Molti detrattori cercano l'origine di questa celebrazione nel Samhain celtico, ma in realtà Hallowe'en è la forma contratta dell'inglese All Hallows' Eve, cioè “Vigilia di Ognissanti”: sì, Halloween è una festa cristiana, incluso il nome! Ed è tradizione cristiana, già dal XII secolo, quella di visitare i cimiteri la sera, accendere lumini e vestirsi di nero in commemorazione dei morti, dei martiri e dei santi. Ad ogni modo, tanto Samhain quanto Halloween segnano simbolicamente l'inizio dell'autunno, rappresentano un evento rituale che segna la conclusione delle attività agricole (estive) e l'inizio di quelle invernali. Le rappresentazioni grottesche e mostruose nascono dal bisogno apotropaico (cioè scaramantico) di sopravvivere ai rigori invernali. Da un punto di vista psicologico, ciò significa passare da un atteggiamento estroverso ad uno introverso, confrontarsi con i propri mostri e i propri demoni inconsci, riflettere su ciò che si è fatto finora e pianificare un nuovo inizio col ritorno della luce. Pregare per i morti è anche pregare per sé, per i nostri lutti e le nostre sofferenze passate, per non dimenticarle ma anche per confrontarsi coscientemente con esse, affinché non ritornino sotto forma di fantasmi persecutori. Del resto, prima della nascita della psicoanalisi l'uomo poteva contare solo sul rituale per confrontarsi con l'ignoto interiore. E tuttora lo facciamo, o almeno dovremmo.