A tutti noi sarà capitato di sentirsi dire dalla propria madre: "quei cartoni che guardi sono troppo violenti!".
Ma faranno davvero male i cartoni animati, i film, i fumetti, i videogiochi? Serviranno poi a qualcosa?
Partiamo da un esempio pratico: ad un eroe famoso viene assegnata una missione da compiere. Per farlo, egli chiama a raccolta altri eroi, ognuno con la sua storia e le sue imprese. Si confrontano con entità sovrumane e mostri invincibili. Lo schema sembra quello degli Avengers contro Thanos... Altri penseranno a Frodo e la Compagnia dell'Anello. In verità, scrivendo l'articolo avevo in mente il mito di Giasone e gli Argonauti: un gruppo di eroi (tra i quali Ercole e Ulisse, per citarne due a caso) che vanno in cerca del Vello d'Oro, sorvegliato nientemeno che da un drago!
Pensandoci bene, fantasy e supereroi sono interpretazioni moderne della fiaba e del mito, a loro volta rappresentazioni arcaiche dei processi inconsci. Gli antichi tramandavano i miti con scopi educativi, una rudimentale psicoterapia di gruppo; anche leggere una fiaba ai propri figli piccoli è strutturante per la personalità. Così per adolescenti e giovani adulti sono comparsi nuovi miti, quelli di Aragorn, di Tony Stark, di Anakin Skywalker e di Goku. Rappresentazioni che affrontino tematiche "forti" come il male, la violenza e la morte non sono solo costruttive, ma anche necessarie: prima o poi i nostri figli dovranno affrontare il male, perché il mondo ne è pieno; nasconderlo durante l'infanzia, censurando cartoni e fumetti, avrà come unico risultato quello di farli arrivare impreparati all'età adulta.
Se avete qualche perplessità sui cartoni che guarda vostro figlio, trovate il tempo per guardarli anche voi: potrebbero persino piacervi!