In Italia il 47% dei matrimoni termina in un divorzio [Eurostat, 2017]. Se poi guardiamo al senso comune, nelle coppie vige spesso la "regola del 3" (o del 2): 3 settimane, 3 mesi e 3 anni sono i momenti in cui più ci si aspetta una separazione. Siamo così abituati a vedere relazioni che iniziano e poi si sgretolano che ormai consideriamo questo fenomeno come la normalità. Molti, addirittura, non mettono nemmeno in conto la possibilità di una relazione stabile, duratura e soprattutto sana. Perché?
Chi mi segue da un po' sa già dove voglio andare a parare: abbiamo perso la dimensione emotiva, perciò non proviamo più il vero amore. Giusto? Sì e no. In questo caso la risposta non è così semplice, perché le crisi matrimoniali ci sono sempre state. Vero è che nell'ultimo secolo sono andati via via svanendo i matrimoni combinati, si sono allentate le costrizioni culturali, è stato legalizzato il divorzio (in Italia nel 1970) e in generale ha preso piede l'abitudine di stare assieme in maniera "informale". In questa liquidità di valori trovano ampio spazio innamoramenti repentini, storie d'amore intense e brevissime, rotture drammatiche e inaspettate.
Per capire meglio cosa succede, dobbiamo chiederci non tanto cosa sia l'amore, ma in che cosa consista l'innamoramento. Già Freud definiva quest'ultimo come uno stato quasi-psicotico, perché fatto di idealizzazioni, proiezioni e stati emotivi incontrollabili. Del resto, quando incontriamo una persona la prima volta è impossibile sapere già tutto di lei, ci sono numerosi "buchi", lacune nell'idea che abbiamo di quella persona; la mente umana non tollera i buchi, gli angoli ciechi, e così inconsciamente riempiamo quegli spazi vuoti con frammenti belli o brutti della nostra personalità che, a nostro avviso, potrebbero andar bene a quella persona (questo fenomeno si chiama "proiezione"). Sempre inconsciamente, il nostro interlocutore potrà far proprie quelle proiezioni, ci si identificherà. Il meccanismo di proiezione e identificazione è reciproco, e può avvenire sia nel bene che nel male: ci sono individui di cui diffidiamo a prima vista, che a loro volta si mostreranno scontrosi rinforzando il nostro pregiudizio; questo accade anche nell'innamoramento, quando si proiettano cioè aspetti idealizzati, e ci si piace subito, si ha un cosiddetto "colpo di fulmine".
Se mi avete seguito fin qui, complimenti! Non è una cosa semplice da spiegare in poche frasi. Ricapitolando, quando incontriamo qualcuno ci facciamo certe aspettative, e se quel qualcuno si adatta alle nostre aspettative si innesca il meccanismo delle proiezioni-identificazioni. Ora passiamo alla "regola del 3": capita prima o poi che, conoscendo meglio la persona di cui ci siamo innamorati, queste proiezioni cadano, spesso all'improvviso, o che il nostro partner d'un tratto si stufi di essere quello che noi vorremmo. Sono emblematiche le frasi "non ti riconosco più", "sei cambiato"; in realtà siamo sempre stati noi stessi, entrambi, solo che eravamo impacchettati sotto una gradevole pellicola colorata. Lo sbigottimento è tanto improvviso da risultarci insopportabile, perciò le conseguenze più comuni sono due: o ci si lascia, oppure uno dei due si sottomette ad un ruolo che non sente proprio (ma questa seconda opzione è solo un ripiego temporaneo, e prima o poi causerà una nuova crisi, più violenta della precedente).
Perché accade tutto ciò? Noi umani non possiamo fare a meno delle proiezioni: la nostra mente funziona così, ed è giusto che funzioni così. Il problema si ha quando non ci rendiamo conto di questo meccanismo, quando ci assumiamo l'arroganza di considerare le nostre illusioni quale verità assoluta. È necessaria una presa di coscienza dei propri limiti, una delle cose più difficili per l'uomo sin dall'alba dei tempi; scrive Jung: "se gli altri lo facessero, non potremmo desiderare di meglio. Ma se tocca a noi farlo, lo troviamo insopportabile". Eppure dobbiamo farlo, dobbiamo continuamente chiederci quanto di nostro ci sia nell'idea che ci siamo fatti di qualcuno. Dobbiamo continuamente sforzarci di conoscere davvero chi abbiamo di fronte, e soprattutto dobbiamo imparare ad avere pazienza, e umiltà.
Un utile suggerimento: se il vostro partner vi sembra perfetto, cercatene quanto prima i difetti. E apprezzateli, i suoi difetti, perché vi aiuterà a trovare i vostri.