Ieri un mio conoscente pose questo quesito: "Se nel passato non ci fossero state le guerre, le carestie, le pestilenze, oggi ci sarebbe ancora l'uomo?"
In breve, la mia risposta fu: "probabilmente no.. saremmo ancora sulle palafitte". Già Jung scriveva che "l'uomo ha bisogno delle sue difficoltà", in senso prima di tutto evoluzionistico: senza la fame l'uomo non avrebbe inventato l'agricoltura, e senza le malattie io mi sarei risparmiato sei lunghi anni sui libri di medicina. Anche la conquista dello spazio, il più nobile e lungimirante traguardo dell'intelletto umano, ha le sue oscure radici negli strascichi della Seconda Guerra Mondiale, ossia la Guerra Fredda. Proprio l'odierno senso di umana cooperazione in campo spaziale dovrebbe farci riflettere: guardando all'ombra del passato, abbiamo imparato a evolverci senza ammazzarci, a prevenire senza così dover curare. Del resto, perché si insegna storia nelle scuole? Perché la vita di un individuo ripercorre, volente o nolente, volta per volta, l'evoluzione dell'umanità intera. E se è vero il detto "sbagliando s'impara", abbiamo dunque l'opportunità di confrontarci con i più grossi errori (e orrori) della nostra specie, nella speranza di trarne almeno un briciolo di lezione.